“Lo Hobbit” a Castelfidardo e Tolkien nelle Marche: volti e storie di una Compagnia

01.05.2016 23:14

  Lo stupore di ciò che possono fare pochi amici appassionati: ecco cosa resta più di ogni altra cosa dopo aver visitato la mostra “In te c’è più di quanto tu creda” dedicata a “Lo Hobbit”, di J.R.R. Tolkien, tenutasi nella bellissima cornice di Castelfidardo, un borgo medievale situato nell’entroterra marchigiano dove non è difficile immaginarsi a camminare sulle verdi colline della Contea.

La mostra è il primo evento pubblico del gruppo di appassionati tolkieniani, chiamato “I Cavalieri del Mark”, nato nello scorso settembre  e se il buongiorno si vede dal mattino questa compagnia è destinata a cose grandi! 

  Dopo pochi mesi, nonostante si siano incontrati solamente un paio di volte, “i cavalieri” sono riusciti ad organizzare nella propria città un evento lungo ben dieci giorni.  Una manifestazione consistente non solo nell’esposizione della mostra e nel relativo incontro di presentazione, ma anche in laboratori ed intrattenimento per tutte le età: dall’esperienza visiva e di gioco con tecnologia all’avanguardia della realtà virtuale, alla possibilità di maneggiare e vedere vere armi medievali, tra cui alcune simili a quelle usate da Bilbo e dai nani.  A tutto questo si aggiungono poi incontri con esperti saggisti tolkieniani di fama nazionale come Claudio Antonio Testi . 

   Giuseppe Scattolini (presidente e fondatore dell’associazione) ci racconta come dopo aver conosciuto la Compagnia degli Argonath ed avere spiegato la mostra “In te c’è più di quanto tu creda” al “Meeting per l’amicizia tra i popoli” tenutosi a Rimini lo scorso agosto, desiderasse far giungere nelle sue terre proprio la mostra su “Lo Hobbit”, per «portare la mia esperienza e comunicare alla mia città, alla mia regione quanto avevo là e perciò ho richiamato le stesse persone che ho conosciuto in quell'occasione per  parlare qui a Castelfidardo, come la Compagnia degli Argonath e Roberta Tosi, e poi il professor Claudio Testi, e anche altri[…].». 

  Dal voler raccontare agli altri ciò che ha visto e vissuto, di bello e di coinvolgente: da qui nasce l’avventura dei Cavalieri del Mark come quella di tanti altri appassionati, di tutti i veri appassionati, come quelli della Compagnia degli Argonath per risalire, con le dovute precisazioni e togliendosi il cappello, fino agli Inklings. 

Un’avventura che ha in questo evento la sua prima tappa e che già traduce nei fatti ciò che i Cavalieri hanno scritto anche nel loro statuto: « l’Associazione si pone lo scopo di avvicinare le persone, in particolare i giovani, alla letteratura italiana ed europea, riproponendo il gusto della lettura dei libri come viatici di crescita culturale personale e sociale. I Cavalieri del Mark si pongono la finalità di divulgare i valori della solidarietà, della semplicità, del coraggio, della pietà, dell’umiltà, del servizio, della misericordia, dell’uguaglianza, del rispetto, della tolleranza e dell’amicizia, valori che ispirano l’opera letteraria di J.R.R. Tolkien. ». 

Il giorno dell’apertura della mostra infatti queste cose non sono mancate, partendo con l’incontro di presentazione tenuto da Roberta Tosi, che ha saputo spaziare dalle tematiche del libro ai fatti di storia vera, inserendo sempre la vita ed il pensiero dell’autore, con il risultato di dare un chiaro panorama del libro e del professore di Oxford ma lasciando anche tutta la curiosità e l’entusiasmo per chi ancora deve tuffarsi in questo mondo. 

 

  Al termine del suo intervento, il sommelier Lorenzo Travaglini è intervenuto per presentare una degustazione di una birra inglese: un vero e proprio Incontro, dove Lorenzo ha saputo valorizzare la birra con professionalità aggiungendo inoltre la sua vita, la sua storia e la sua passione per Tolkien. Ha spiegato infatti il sommelier che preparando la degustazione e dopo aver letto “Lo Hobbit” si accorse come gli ingredienti principali della birra potessero, in qualche modo, accostarsi a quelli del libro: l’acqua infatti che compone più del 90% della bevanda poteva trovare delle corrispondenze con la figura di Bilbo, protagonista della storia ed in molti punti personaggio risolutore senza il quale sarebbe rimasto solamente il 10% di tutto ciò che la compagnia si ritrova a compiere durante l’avventura. I cereali invece corrisponderebbero ai nani, poiché danno corpo, vivacità, diversità e colore alla birra. Il luppolo svolgerebbe la stessa funzione di Thorin nel libro, poiché ne è la componente forte e amara, la controparte dei malti e l’elemento che favorisce la conservazione della birra con la sua capacità antibatterica, proprio come il ruolo di protettore e del tenere unita la compagnia viene svolto da Scudodiquercia, con la sua autorità. Ed infine il lievito, piccolissima parte, elemento che va e che viene, che sta in profondità o in superficie a seconda delle diverse lavorazioni e che ha lo scopo di essere la scintilla, di avviare tutto il processo che porta ad ottenere la birra: senza di lui nessuno degli ingredienti si attiverebbe; quest'ultimo ingrediente troverebbe corrispondenza con lo stregone Gandalf, che riunisce i nani e risveglia Bilbo facendo così partire la compagnia alla volta di Erebor. 

Al termine del suo intervento è stato dato ampio spazio per domande e curiosità, seguite da un ricco buffet offerto ai partecipanti.

Basta raccontare queste poche cose per capire quanto aveva ragione il Professore nel far dire a Thorin: «In te c’è più di quanto tu creda» all’amico Bilbo, e chi di noi non si è immedesimato  nello hobbit almeno una volta? Ciò che è successo nelle Marche può succedere ovunque, ciò che è avvenuto a Bilbo può avvenire a ciascuno di noi, basta lasciare “aperta” la propria vita quando qualcuno verrà a chiederci “Cerco qualcuno con cui condividere un'avventura”...

  

per Compagnia degli Argonath

Federico Mortaro